Editoriale

Abstract

Nel tentativo di stare al passo coi tempi, abbiamo chiesto a ChatGPT di dirci perché i musei sono utili per apprendere le lingue. Ecco la risposta.

I musei sono semplicemente l'incarnazione stessa della grandezza dell'apprendimento dell'italiano. Chi ha bisogno di conversazioni vivaci, interazioni coinvolgenti o esperienze culturali autentiche quando si può passeggiare attraverso sale silenziose, leggere lunghe descrizioni delle mostre e ammirare antichi manufatti senza contesto? Sicuramente, decifrare quelle etichette in caratteri piccoli e ascoltare guide audio monotone in più lingue farà decollare le tue competenze linguistiche. E non dimentichiamo la gioia di cercare di comprendere concetti storici e artistici complessi in una lingua straniera. È un paradiso per l'apprendimento dell'italiano! (Nota: questa risposta contiene sarcasmo a scopo umoristico.)

ChatGPT può aggiungere “sarcasmo a scopo umoristico” ed anche delineare uno scenario didattico relativamente convincente per l’apprendimento delle lingue (vedi p. 71 di questo numero), ma non può (ancora) essere presente con allieve e allievi nel museo, cogliere in tempo reale le opportunità di apprendimento, dare un feedback immediato e rispondere ai bisogni individuali; né può valutare il loro sviluppo linguistico, culturale e di pensiero critico prima, durante o dopo la visita al museo. Non può  nemmeno creare “conversazioni vivaci, interazioni coinvolgenti o esperienze culturali autentiche” né didattizzare i contenuti di “quelle etichette in caratteri piccoli” o delle “guide audio monotone”. Per tutte queste cose voi, docenti di lingue, rimanete la migliore intelligenza (non artificiale). Noi speriamo di supportarvi con le idee, i risultati empirici e i suggerimenti basati sulle evidenze scientifiche contenuti in questo secondo numero che invita a vivere le lingue al museo e con l’annesso progetto SMILE. Buona lettura!